- Come funziona la disoccupazione dopo le dimissioni?
- NASpI e dimissioni giusta causa
- Liquidazione giudiziale NASpI: le regole
- Indennità di disoccupazione e risoluzione consensuale
- Disoccupazione con dimissioni durante il periodo di sospensione
- Disoccupazione e maternità: le regole
- Come richiedere la NASpI?
Dal 2015, i dipendenti che hanno perso il lavoro e sono alla ricerca di un nuovo impiego possono richiedere la NASpI, la nuova indennità di disoccupazione che sostituisce le vecchie ASpI e Mini ASpI.
La NASpI è un contributo mensile calcolato sulla media degli stipendi degli ultimi 4 anni e pagato in base alle settimane di contributi versati nello stesso periodo.
Ma chi si dimette può richiedere la NASpI? E se sì, come si fa?
Se vuoi scoprirlo, continua a leggere: in questo articolo ti spieghiamo tutto quello che devi sapere su NASpI e dimissioni volontarie.
Come funziona la disoccupazione dopo le dimissioni?
Partiamo da una regola: il requisito generale per ricevere la NASpI è lo stato di disoccupazione involontaria. Questo significa che:
- attualmente non devi avere un lavoro;
- il rapporto professionale deve essere terminato per una decisione non tua (quindi per un licenziamento o perché il tuo contratto a tempo determinato è scaduto).
Di conseguenza, se scegli di dare le dimissioni molto probabilmente non avrai diritto alla disoccupazione.
Ma attenzione: esistono varie eccezioni a questa regola! Se ti dimetti per motivi validi e giustificati, puoi comunque richiedere la NASpI. Vediamo insieme alcuni esempi concreti.
NASpI e dimissioni giusta causa
La NASpI è prevista anche per i dipendenti che si dimettono per giusta causa: se ti licenzi per motivi non legati alla tua volontà e che rendono insostenibile il rapporto lavorativo, potrai ottenere la disoccupazione.
Ma in quali circostanze si parla di “giusta causa”? In generale, questo concetto si applica quando:
- non hai ricevuto lo stipendio;
- hai subìto molestie sessuali sul posto di lavoro;
- le tue mansioni lavorative sono state modificate “in peggio”;
- subisci mobbing da parte dei tuoi colleghi o responsabili;
- le tue condizioni di lavoro sono cambiate in modo significativo dopo che l’azienda è stata ceduta;
- ti hanno spostato in un’altra sede senza motivazioni valide;
In questi casi, quando richiedi la NASpI devi anche allegare un’autocertificazione in cui dichiari la volontà di difenderti in giudizio (cioè in tribunale) dai comportamenti scorretti del datore, includendo tutti i documenti necessari a sostegno delle tue accuse (esposti, denunce, sentenze e ricorsi).
Ricorda anche che, se la giusta causa non sarà confermata (ad esempio dal Tribunale), l’INPS potrebbe chiederti di restituire le somme che hai ricevuto.
Liquidazione giudiziale NASpI: le regole
Con la circolare 21/2023, l’INPS ha spiegato che puoi ricevere la disoccupazione anche se decidi di dimetterti (o se perdi il lavoro) dopo l’inizio della procedura di liquidazione giudiziale della tua azienda.
Ma cos’è la liquidazione giudiziale? È una procedura simile al fallimento, pensata per le imprese in grave crisi economica. Prevede la liquidazione (cioè la vendita) del patrimonio dell’imprenditore per ripagare i debiti accumulati.
Secondo la riforma del decreto legislativo 14/2019, quando inizia la liquidazione giudiziale il tuo rapporto di lavoro non si interrompe automaticamente, ma viene sospeso.
Durante questa sospensione, il curatore (e cioè la persona che gestisce il patrimonio dell’imprenditore fallito) deve decidere se continuare il rapporto o cessarlo. In questo periodo, le tue dimissioni sono considerate “per giusta causa” e ti danno il diritto di chiedere la NASpI.
Se il curatore non prende una decisione entro quattro mesi dall’avvio della liquidazione, il tuo rapporto di lavoro viene considerato risolto. In questo caso, se rispetti anche agli altri requisiti, continui ad avere diritto alla NASpI.
Indennità di disoccupazione e risoluzione consensuale
In generale, non puoi ricevere la NASpI se il rapporto professionale si conclude con una risoluzione consensuale (cioè se entrambe le parti accettano di concludere la collaborazione).
Tuttavia, la legge prevede alcune eccezioni per cui la disoccupazione può essere concessa anche in questo caso, come ad esempio:
- se la risoluzione consensuale si decide durante una procedura conciliativa presso la Direzione Territoriale del Lavoro (in altre parole, se le parti si rivolgono a un mediatore per trovare un accordo soddisfacente per entrambi);
- se accetti un’offerta economica (di conciliazione) proposta dal datore in caso di licenziamento;
- se il rapporto termina perché rifiuti il trasferimento in una sede aziendale distante oltre 50 km da dove abiti, o raggiungibile in più di 80 minuti con i mezzi pubblici.
Ma attenzione: anche se ti dimetti con una procedura di conciliazione, la NASpI non ti spetta se l’azienda per cui lavori ha meno di quindici dipendenti.
Disoccupazione con dimissioni durante il periodo di sospensione
Se ricevevi la NASpI, ma poi hai trovato un nuovo lavoro e quindi il beneficio ti è stato sospeso, la puoi riottenere se il rapporto di lavoro è a tempo determinato ed è durato meno di sei mesi.
In questo caso, hai diritto alla disoccupazione anche se il (nuovo) lavoro termina perché ti dimetti. Ma attenzione, questo vale solo se se dai le dimissioni in uno di questi due casi:
- durante il periodo di prova;
- per giusta causa.
Se invece il tuo contratto aveva una durata superiore, ma il rapporto di lavoro termina prima perché decidi di dimetterti per un altro motivo (e dopo il periodo di prova), non avrai diritto a ricevere di nuovo la NASpI.
Disoccupazione e maternità: le regole
Le lavoratrici (e, da qualche anno, anche i lavoratori) possono ottenere la NASpI se scelgono di dimettersi durante il “periodo tutelato” di maternità o paternità, cioè il periodo in cui il datore di lavoro non può licenziarli, come previsto dal decreto legislativo 105/2022.
In questo caso, i tempi utili per ricevere la NASpI in caso di dimissioni variano in base al genitore:
- la madre può dimettersi da 300 giorni prima della data presunta del parto fino al primo anno di vita del bambino;
- il padre, invece, può farlo durante il congedo di paternità obbligatorio o alternativo e fino al primo anno di età del figlio. Ha diritto alla NASpI se ha usufruito del congedo obbligatorio di 10 giorni o del congedo obbligatorio in sostituzione della madre.
Ricorda, però, che devi formalizzare le dimissioni presso la Direzione Territoriale del Lavoro (INL) per avere diritto alla NASpI; le dimissioni telematiche ordinarie non sono valide per ricevere la disoccupazione.
Come richiedere la NASpI?
Anche se la disoccupazione spetta soprattutto a chi perde il lavoro involontariamente, in questo articolo abbiamo visto alcuni casi in cui è possibile ricevere la NASpI anche dopo le dimissioni.
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