Quando conviene e chi può utilizzarla? Ecco tutte le informazioni per i contribuenti che ne possono usufruire.
- Cos'è la cedolare secca in un contratto di affitto?
- Come funziona la cedolare secca sugli affitti?
- Perché conviene fare la cedolare secca?
- Chi può scegliere la cedolare secca?
- Requisiti del contratto di locazione cedolare secca
- Quanto si paga di tasse con la cedolare secca?
- IMU e cedolare secca
- Come pagare l’IMU su una casa in affitto?
- Codice tributo cedolare secca
- Bonus collegati
Cos’è la cedolare secca in un contratto di affitto?
La cedolare secca è un regime fiscale scelto dal locatore di un immobile, come chi mette una casa in affitto, in alternativa al regime ordinario previsto per legge.
La cedolare secca si sceglie perché ha una tassazione semplificata, che permette di risparmiare le spese dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo previste per la registrazione, la risoluzione e le proroghe dei contratti di locazione.
Cosa sono l’imposta di registro e l’imposta di bollo?
L’imposta di registro è un tributo (somma da pagare) che serve per la registrazione di determinati atti giuridici, come la locazione, presso l’Agenzia delle Entrate.
L’imposta di bollo, invece, è un’imposta applicata alla produzione, richiesta o presentazione di determinati documenti.
Scopri la piattaforma BonusX!
La prestazione di cui parliamo in questo articolo non è ancora presente sulla piattaforma BonusX!
Puoi comunque scoprire gratis se hai diritto ad altre prestazioni della stessa categoria registrandoti su BonusX e completando le informazioni richieste nel tuo profilo.
Come funziona la cedolare secca sugli affitti?
La cedolare secca può essere applicata sia al momento della registrazione del contratto che successivamente, negli anni a seguire.
Per quanto riguarda la scelta successiva alla stipula del contratto di locazione, il rimborso delle imposte già versate negli anni precedenti non potranno essere richieste.
Perché conviene fare la cedolare secca?
I vantaggi della scelta della cedolare secca sono l’esclusione dal pagamento:
- dell’imposta di registro;
- dell’imposta di bollo;
- delle addizionali regionali e comunali Irpef.
Cos’è l’IRPEF?
L’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) è la principale imposta italiana e riguarda le persone fisiche e, in alcuni casi, le società (versata attraverso i soci).
Chi risiede in Italia paga l’imposta sui redditi prodotti in patria o all’estero, mentre i non residenti pagano per i redditi prodotti nel territorio italiano.
Chi può scegliere la cedolare secca?
Possono scegliere questo regime le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto), che non affittano l’immobile per attività di impresa o di arti e professioni, ma solo per uso abitativo.
Requisiti del contratto di locazione cedolare secca
Per applicare al contratto di locazione la cedolare secca, i requisiti che devono avere gli immobili in affitto sono:
- rientrare nelle categorie catastali comprese tra A1 e A11 (esclusa l’A10: uffici o studi privati);
- essere ad uso abitativo.
Se l’immobile è in comproprietà, ovvero ha più di un proprietario, il contratto di locazione con cedolare secca deve essere voluto da tutti i proprietari.
Solo per contratti di locazione di tipo strumentale stipulati nel 2019, si può richiedere il passaggio al contratto con cedolare secca. Per poterlo fare, i locali commerciali devono:
- essere classificati nella categoria catastale C/1;
- avere una superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze.
L’aliquota applicabile, in questo caso, è del 21%.
Quanto si paga di tasse con la cedolare secca?
Per i contratti di locazione con cedolare secca, l’imposta sostitutiva si calcola applicando un’aliquota del:
- 21%: per i contratti d’affitto a canone libero, o locazioni brevi, di immobili locati a fini abitativi;
- 10%: per i contratti d’affitto a canone concordato relativi ad abitazioni:
- nei comuni con carenze di disponibilità abitative (ovvero Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché degli altri comuni capoluogo di provincia);
- nei comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica).
Per contratto di locazione breve si intende un contratto ad uso abitativo non superiore a 30 giorni.
Queste aliquote non si applicano automaticamente, ma devono essere scelte nel momento della registrazione del contratto attraverso il Modello RLI (modello di richiesta di registrazione e adempimenti successivi).
Cos’è l’aliquota?
L’aliquota è un importo in percentuale su un determinato totale. È stabilita dalla legge e va calcolata sulla base imponibile per poter calcolare una determinata imposta.
IMU e cedolare secca
Qualora si affitti la seconda casa, l’IMU su questa deve essere pagata nonostante la cedolare secca escluda il pagamento dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo nei contratti di affitto.
L’IMU su una casa affittata con cedolare secca deve essere pagata dal locatore della casa (cioè il proprietario).
Come pagare l’IMU su una casa in affitto?
L’IMU sulla casa in affitto può essere versata in un’unica soluzione oppure divisa in 2 quote annuali.
Il pagamento dell’acconto, da fare se la cedolare secca per l’anno precedente supera i 51,65 €, va effettuato:
- in un’unica soluzione, entro il 30 novembre, se l’importo è inferiore a 257,52 €;
- in due 2quote, se l’importo è superiore a 257,52 €, di cui:
- la prima, pari al 40% dell’acconto complessivamente dovuto, entro il 30 giugno;
- la seconda, ovvero il restante 60%, entro il 30 novembre.
L’IMU per la cedolare secca 2023 deve essere pagata utilizzando il Modello F24.
Codice tributo cedolare secca
Per il versamento della cedolare secca con il Modello F24, vanno utilizzati i codici:
- 1840: acconto prima rata;
- 1841: acconto seconda rata o unica soluzione;
- 1842: saldo.